venerdì 18 gennaio 2019

LA FASCITE PLANTARE
Il legamento arcuato è una fascia fibrosa che ha un ruolo estremamente importante nel sostenere il peso del corpo, quando questo si trova in posizione eretta (in piedi).
Il legamento arcuato unisce infatti il calcagno, l’osso che costituisce il tallone, con la base delle dita dei piedi (metatarso).
Quando si è in piedi, si cammina o si corre l’intero peso del corpo è distribuito fra queste due strutture proprio per mezzo del legamento arcuato, che viene di conseguenza sollecitato notevolmente.
In particolare, quando il tallone si stacca da terra e l’intero peso del corpo poggia sul metatarso, come capita per esempio durante la corsa, lo stress cui è sottoposto l’arco plantare aumenta ulteriormente.
La fascite plantare è appunto l’infiammazione del legamento arcuato ed è la causa più frequente di dolore alla pianta del piede: all’incirca quattro persone su cinque, fra quelle che accusano dolore al tallone, sono affette da questa patologia.
Il dolore è più intenso:
al mattino e quando ci si alza in piedi dopo un lungo periodo di riposo;
da seduti;
da sdraiati.
La fascite plantare si può presentare come “tallonite” se la fonte del dolore e l’infiammazione sono vicine alla parte posteriore del piede, quindi al tallone; altre volte invece colpisce diffusamente la pianta del piede.
Le cause della fascite plantare possono essere molteplici:
conformazione del piede (vedi l’articolo su piede piatto e cavo);
sovrappeso;
calzature inadeguate;
eccessiva pratica sportiva;
contrattura muscolare;
sono tutti possibili fattori di rischio; spesso, però, è la combinazione di più cause a determinare l’infiammazione ed il dolore che ne consegue.
Lo stretching, se effettuato correttamente è un’arma fondamentale contro i sintomi di questa patologia: se il dolore è lieve e la causa dell’infiammazione è transitoria, la fascite plantare può scomparire in pochi giorni, grazie al giusto riposo ed agli esercizi di stretching.
LA SPINA CALCANEARE
Nei casi cronici è invece più difficile da trattare diventa quindi necessario ricorrere alle terapie mediche e talvolta all’intervento chirurgico.
Il termine “spina calcaneare” definisce una formazione a “becco” dell’osso del calcagno proprio dove si inserisce la fascia plantare.
Si tratta di un’escrescenza ossea che si trova a livello del tallone e che può presentarsi in una persona su quattro nell’arco della vita.
Non è sempre chiaro il motivo per cui questa caratteristica, tipicamente radiografica, si presenti e spesso si tratta di un reperto occasionale.
Nell’immaginario comune infatti vi è l’idea che questa spina vada tolta, sciolta, grattata via, perché causa del dolore. Nella realtà questa è una conseguenza anzichè una causa.
Infatti il deficit di irrorazione e la contrattura della fascia plantare possono causare, proprio a livello della sua inserzione sul calcagno, la formazione di questa piccola escrescenza ossea.Questo può accadere in tutti i soggetti: sia quelli che presentano una sintomatologia (quindi dolore sotto la pianta o tallone) sia in quelli completamente asintomatici.
“Tratto da un articolo sul web del dott. F.Usuelli”

Dal Web: IL TRATTAMENTO:
Il trattamento della fascite plantare si basa sull’immediatezza dell’intervento: riposo e controllo dell’infiammazione. Le regole più importanti da seguire per facilitare la guarigione, sempre sotto stretto controllo medico, sono:
Riposo
Ghiaccio
Stretching
Farmaci anti-infiammatori
Tutori notturni
Controllo delle calzature

Terapia manuale, per ripristinare un congruo movimento articolare e meccanico del piede

Solette, plantari e tallonette shock absorbing
RIPOSO
Sospendere per qualche settimana gli allenamenti ed evitare di camminare o rimanere in piedi troppo a lungo, specie su superfici rigide.
Il riposo iniziale aiuta solitamente ad alleviare il dolore e a ridurre l’infiammazione locale.

E’ molto importante sospendere gli allenamenti alle prime avvisaglie della fascite plantare: ignorare il dolore continuando ad allenarsi o sopprimendolo con farmaci specifici, favorisce infatti la cronicizzazione della patologia complicandone notevolmente il trattamento.

Se il dolore è particolarmente intenso ed accentuato dal carico, il soggetto non deve esitare ad utilizzare delle stampelle per scaricare completamente il piede dolente.
GHIACCIO
Particolarmente utile quando insorgono fitte dolorose poiché favorisce l’attenuazione di alcuni dei sintomi tipici della fascite plantare come il dolore al tallone. A tal proposito si consiglia di collocare un sacchetto di ghiaccio o una bottiglietta di acqua ghiacciata (avvolti in un panno) al di sotto del tallone per non più di 10 minuti, tre o quattro volte al giorno.
IL MULTIFIDO
I muscoli della colonna vertebrale svolgono un ruolo importante nella stabilizzazione del corpo. Lesioni a questi muscoli, compreso il multifido, possono causare mal di schiena e disagio nel fare movimenti normali.
Trattamenti per il muscolo infortunato possono includere sessioni di terapia di massaggio, ghiaccio, e l'esercizio fisico.
Il multifido è un muscolo che corre lungo la spina dorsale, dal sacro alla base del cranio. Questo muscolo sottile è responsabile per estensione della colonna vertebrale, spostando la colonna vertebrale a sinistra oa destra, e la rotazione della colonna. Aiuta anche a stabilizzare le numerose ossa che formano la spina dorsale.
La lesione del multifido è comunemente associato con dolore lombare. Il dolore può verificarsi quando un individuo con un infortunio muove la schiena da una parte all'altra, si piega verso il basso, o ruota la spina dorsale.
Dal momento che il muscolo ha un ruolo nella stabilizzazione della schiena, un multifido debole contratto o lesionato può causare un aumento del rischio di ulteriori lesioni alla schiena.
IL MASSAGGIO PER IL MULTIFIDO:
Il multifido scorre nel profondo della scanalatura della colonna vertebrale. Dal momento che è raramente toccato il massaggio profondo del tessuto di questo muscolo può essere particolarmente piacevole. La terapia di massaggio può anche aiutare a riparare eventuali tensioni muscolari nella zona, e promuovere il corretto flusso di sangue al tessuto danneggiato. Il massaggiatore utilizza le dita per scavare nella scanalatura della colonna vertebrale.
Esercizio e Terapia Fisica
Una volta che la fase acuta della lesione è finita, è possibile fare esercizi che possono aiutare a rafforzare il muscolo. Questo aiuterà il muscolo svolgere il proprio ruolo di stabilizzazione e di prevenire ulteriori lesioni.
Sedute di terapia fisica possono incorporare esercizi, insieme a tecniche di movimento e stretching per mantenere il muscolo sano.
Il massaggio Deep Tissue è un tipo di massaggio mirato alle strutture profonde dei tessuti muscolari, agisce sul tessuto connettivo per rompere le aderenze e lavora in profondità ma con dolcezza, agendo sulla fascia muscolare e sull’aponeurosi strutturale, che è il tessuto connettivale resistente, quello che riveste i ventri muscolari, li unisce e permette lo scorrimento
La tecnica Deep Tissue usa molto poco o nessun lubrificante in modo che i muscoli possano essere agganciati o afferrati, allungandoli e allungandoli e separando i compartimenti aderenti dei muscoli. Alcune aree possono essere saltate in modo da dedicare più tempo a specifiche aree di necessità. In questo modo si ottiene un migliore allineamento dei muscoli e meno restrizioni nelle articolazioni, migliorando così il loro movimento e la loro funzione.
il massaggio dei tessuti profondi può consentire al paziente di rilassarsi profondamente.
Si utilizzano  le superfici dure delle loro mani e braccia - superfici come dita, nocche, avambracci e gomiti - e si pratica un tipo di movimento molto lento e sostenuto.

Senza lozione o l'olio che causano lo scorrimento, diventa possibile afferrare completamente la fascia accorciata; questo è necessario per allungarlo. I movimenti lenti e sostenuti sono ciò che può cambiare questo tessuto da uno stato breve e indurito a uno stato fluido
Carletto Tonini
Massaggiatore sportivo in Padova 
Cell.3392660343