venerdì 6 dicembre 2013

Stretching pregara......DA EVITARE!!!!!!!

LO STRETCHING PRIMA DELLA GARA...... da evitare!!!!!!!

E' noto a tutti che lo stretching corretto è uno dei fondamentali più importanti nello sport. Esercizi mirati che richiamano una leggera tensione della muscolatura, di natura dinamica o statica (almeno 30 sec.) , migliorano l’agilità e permettono di evitare possibili infortuni.

Vogliamo però anche sollevare la questione se l’allungamento non possa avere anche un fattore di limitazione della prestazione.

Perche' lo stretching prima della gara rende lenti?

Poiché uno stato di tensione ottimale del corpo deve essere raggiunto prima della gara sia a livello psichico sia a quello fisico, lo stretching superiore a 20 secondi è controproducente. Il lavoro della muscolatura alla massima velocità e il forte carico muscolare sono un elemento fondamentale nella maggior parte degli sport per poter affrontare una gara con successo. Se si allunga la muscolatura troppo a lungo si arriva ad una caduta del tono muscolare, il che rende il muscolo più lento e aumenta sensibilmente il pericolo di infortuni. Inoltre diversi esperimenti e ricerche hanno dimostrato che un allungamento troppo intenso sovraccarica il muscolo. La conseguenza può così essere un indolenzimento nelle zone del corpo sottoposte all’allungamento.Aumenta l’affaticamento del muscolo. L’allungamento è, da un punto di vista biomeccanico, assimilabile ad una contrazione di tipo eccentrico che è quella più traumatica per il muscolo. Eseguire esercizi di questa natura prima della gara/allenamento espone al rischio di danni alla struttura muscolare (soprattutto alla titina) e all’affaticamento precoce del muscolo stesso per formazione di lattato già durante lo stretching (l’esercizio eccentrico si svolge in anossia).Un eccessivo allungamento di alcuni muscoli rispetto ad altri rischia di pregiudicare la coordinazione tra i vari gruppi muscolari (sinergici, agonisti e antagonisti)

In sintesi, i motivi del NO allo stretching pre gare

Riduce la possibilità di formare ponti acto-miosinici (meno forza)

Riduce la stiffness muscolo-tendinea (meno energia elastica restituita, cioè meno forza)

Sposta in avanti l’evocazione del riflesso da stiramento (contrazione meno efficace)

Riorienta le fibre di collagene del tendine che si dispongono meno obliquamente (fenomeno detto “creeping”) e riduce la loro risposta elastica (meno forza). Ricordo che il tendine é il primo attore nell’accumulo e restituzione di energia elastica durante il ciclo allungamento-accorciamento dell’unità muscolo-tendinea

Espone maggiormente agli infortuni perché aumenta la “tolleranza allo stiramento” del muscolo che viene così spinto dall’atleta verso ampiezze estreme senza avvertire dolore (altri studi non denunciano solamente un’uguale esposizione infortunistica rispetto a chi pratica lo stretching pre-gara)

Aumenta l’affaticamento del muscolo. L’allungamento è, da un punto di vista biomeccanico, assimilabile ad una contrazione di tipo eccentrico che è quella più traumatica per il muscolo. Eseguire esercizi di questa natura prima della gara/allenamento espone al rischio di danni alla struttura muscolare (soprattutto alla titina) e all’affaticamento precoce del muscolo stesso per formazione di lattato già durante lo stretching (l’esercizio eccentrico si svolge in anossia).

Un eccessivo allungamento di alcuni muscoli rispetto ad altri rischia di pregiudicare la coordinazione tra i vari gruppi muscolari (sinergici, agonisti e antagonisti)

Quando fare stretching?

Il riscaldamento da solo provvede a tutte le esigenze di un muscolo che deve contrarsi con grande rapidità ed esplosività: il riscaldamento aumenta la temperatura fino a quella ideale (39° C) “alla quale il muscolo ottimizza le proprie caratteristiche visco-elastiche. A questa temperatura diminuisce infatti la viscosità dei tessuti, migliora l’elasticità dei tendini, aumenta la velocità di conduzione nervosa e si modifica positivamente l’attività enzimatica, inoltre l’innalzamento della temperatura muscolare costituisce un’efficace misura preventiva nei confronti degli infortuni riducendo i rischi di stiramento o strappo muscolare”.

Alcuni studi dimostrerebbero addirittura un effetto negativo dello stretching sull’aumento di temperatura durante il riscaldamento.

No allo stretching nel riscaldamento di sport di forza, potenza, esplosività, reattività e resistenza: si registrerebbe un calo della performance (meno ponti acto-miosinici, meno stiffness musolo-tendinea e un resettamento verso l’alto dell’utilissimo riflesso da stiramento)

No allo stretching nel riscaldamento in generale per prevenire gli infortuni: nessuna differenza tra chi fa e chi non fa stretching prima della gara/allenamento

No allo stretching al termine dell’allenamento per ridurre gli indolenzimenti muscolari del giorno dopo (DOMS = delayed onset muscle soreness)

Sì allo stretching nel riscaldamento per quelle discipline che in gara richiedono grande mobilità e flessibilità Sì allo stretching “balistico” e “dinamico”: entrambi fatti da slanci e molleggi, ma più controllati, meno veloci e senza “rimbalzo” nello stretching dinamico.

Sì allo stretching dopo l’allenamento, efficace per prevenire infortuni senza incidere sui guadagni di forza o di potenza

Per sgombrare il campo da un malinteso fin troppo ricorrente si ricordi qui una citazione di Wiemann : "Bisogna arrivare alla conclusione, che l’allungamento statico intensivo nella fase di riscaldamento ottiene esattamente l’effetto contrario di ciò che si spera solitamente: anziché un aumento della prestazione e una profilassi degli infortuni piuttosto una diminuzione della prestazione e aumento del rischio di infortunio."

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